mercoledì 20 luglio 2016

L'addio alla Ducati di Casey Stoner: "Mi hanno pugnalato alle spalle"

Casey Stoner, scrivendo la sua autobiografia, “Pushing the Limits” dà la propria versione dei fatti sulla separazione piuttosto burrascosa da Ducati. L'australiano racconta che si è sentito pugnalato alle spalle da persone di cui, fino ad allora, pensava di potersi fidare e per questo alla fine ha deciso di firmare con Honda.

Nella sua autobiografia  Casey Stoner non le manda a dire, e torna a parlare della fine del rapporto con Ducati. Dopo il trionfo del 2007 e il secondo posto dell'anno successivo, nel 2009 Casey Stoner è stato frenato da vari problemi di salute: una debolezza misteriosa non gli permetteva di dare il 100% in pista e le voci su suoi problemi psicologici dopo la sconfitta nel duello con Rossi nella stagione precedente erano sempre più insistenti,Casey aveva deciso di ritirarsi in Australia per alcuni accertamenti, dopo che gli esami effettuati in Europa e negli Stati Uniti non avevano dato risultati chiari.

Stoner scrive: “Quando in Ducati hanno saputo che sarei tornato in Australia per ulteriori esami e riposo, saltando le gare di Brno, Indianapolis e Misano non hanno gradito e ho ricevuto una email da Claudio Domenicali, Amministratore Delegato di Ducati Corse, che riportava: 'Spero che non ti aspetti di essere pagato per questo'. Si potrebbe dire che da qui il rapporto tra pilota e Ducati si è incrinato definitivamente, Casey rincara la dose aggiungendo: “Mentre ero via hanno offerto a Jorge Lorenzo un contratto per il doppio del denaro.

Quando avevamo firmato per il 2009 e il 2010 mi avevano detto che non avevano più soldi, nè per me, nè per lo sviluppo e improvvisamente potevano permettersi di sborsare così tanto per un altro pilota? Considerando quello che avevamo realizzato insieme, stentavo a crederci. Mi sono sentito pugnalato alle spalle dalla gente di cui mi fidavo e che avrebbe dovuto fidarsi di me”. La mancanza di fiducia ha quindi segnato la fine del rapporto tra l'australiano e la Ducati che solo due anni prima festeggiavano insieme il titolo iridato della MotoGP. 

L'ultimo significativo episodio è arrivato successivamente: “Avevo quasi deciso di continuare con la Ducati e anche se mi avevano proposto un nuovo contratto per il 2011 e il 2012, avrebbero dovuto fare un gesto molto più grande per farmi restare. Ho detto cosa avrei voluto, gli ho dato mesi, ma non è successo niente. A quel punto ho capito che era finita e nella seconda gara del 2010 (a Jerez) ho firmato per la Honda”, scelta che poi si è rivelata essere quella giusta e che l'ha portato a vincere il secondo titolo mondiale della categoria regina.

Senza dubbio  “Pushing the Limits” distribuito in Italia da Mondadori è un libro da leggere curva dopo curva, un Gran Premio dopo l'altro. Non correrete certamente il rischio di addormentarvi in poltrona prima di passare sotto alla bandiera a scacchi.


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