Casey Stoner, scrivendo la sua autobiografia, “Pushing the Limits” dà la
propria versione dei fatti sulla separazione piuttosto burrascosa da Ducati.
L'australiano racconta che si è sentito pugnalato alle spalle da persone di
cui, fino ad allora, pensava di potersi fidare e per questo alla fine ha deciso
di firmare con Honda.
Nella sua autobiografia Casey Stoner
non le manda a dire, e torna a parlare della fine del rapporto con Ducati. Dopo
il trionfo del 2007 e il secondo posto dell'anno successivo, nel 2009 Casey
Stoner è stato frenato da vari problemi di salute: una debolezza misteriosa non
gli permetteva di dare il 100% in pista e le voci su suoi problemi psicologici
dopo la sconfitta nel duello con Rossi nella stagione precedente erano sempre
più insistenti,Casey aveva deciso di ritirarsi in Australia per alcuni
accertamenti, dopo che gli esami effettuati in Europa e negli Stati Uniti non
avevano dato risultati chiari.
Stoner scrive: “Quando in Ducati hanno saputo
che sarei tornato in Australia per ulteriori esami e riposo, saltando le gare
di Brno, Indianapolis e Misano non hanno gradito e ho ricevuto una email da
Claudio Domenicali, Amministratore Delegato di Ducati Corse, che riportava: 'Spero
che non ti aspetti di essere pagato per questo'. Si potrebbe dire che da qui il
rapporto tra pilota e Ducati si è incrinato definitivamente, Casey rincara la
dose aggiungendo: “Mentre ero via hanno offerto a Jorge Lorenzo un contratto
per il doppio del denaro.
Quando avevamo firmato per il 2009 e il 2010 mi
avevano detto che non avevano più soldi, nè per me, nè per lo sviluppo e
improvvisamente potevano permettersi di sborsare così tanto per un altro
pilota? Considerando quello che avevamo realizzato insieme, stentavo a
crederci. Mi sono sentito pugnalato alle spalle dalla gente di cui mi fidavo e
che avrebbe dovuto fidarsi di me”. La mancanza di fiducia ha quindi segnato la
fine del rapporto tra l'australiano e la Ducati che solo due anni prima festeggiavano
insieme il titolo iridato della MotoGP.
L'ultimo significativo episodio è
arrivato successivamente: “Avevo quasi deciso di continuare con la Ducati e
anche se mi avevano proposto un nuovo contratto per il 2011 e il 2012,
avrebbero dovuto fare un gesto molto più grande per farmi restare. Ho detto
cosa avrei voluto, gli ho dato mesi, ma non è successo niente. A quel punto ho
capito che era finita e nella seconda gara del 2010 (a Jerez) ho firmato per la
Honda”, scelta che poi si è rivelata essere quella giusta e che l'ha portato a
vincere il secondo titolo mondiale della categoria regina.
Senza dubbio “Pushing the Limits” distribuito in Italia da Mondadori è un libro da leggere curva dopo curva, un Gran Premio dopo l'altro. Non correrete certamente il rischio di addormentarvi in poltrona prima di passare sotto alla bandiera a scacchi.
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