La MV Agusta trae le sue origini
dalla Costruzioni Aeronautiche Giovanni Agusta S.A., fondata nel 1919 dal conte
Giovanni Agusta (1879-1927), la cui terza unità produttiva, dopo quelle di
Tripoli e Bengasi, fu inaugurata a Cascina Costa il 3 dicembre 1923, acquisendo
dal demanio l'area occupata dal campo di volo "Gaspare Bolla" con
annessi infrastrutture per uffici, officine e hangar. Grazie alle competenze
tecniche di pioniere dell'aria del fondatore e alla vicinanza al campo
d'aviazione di Malpensa, l'azienda si occupava della manutenzione e riparazione
di aerei militari FIAT, Savoia Marchetti, Caproni e Breda.
Il Conte Agusta morì nel 1927
lasciando la gestione dell'azienda alla moglie Giuseppina ed al primogenito
Domenico. Data la sua passione per i veicoli terrestri, Domenico Agusta, nel
1943, chiese ai suoi tecnici di ideare un motore dal costo economico e versatile
per impiego non solo motociclistico. Il primo propulsore realizzato fu
un piccolo motore a due tempi di 98 cm³ a 2 velocità. Le vicende della seconda
guerra mondiale ne rallentarono lo sviluppo che proseguì in modo frammentario e
clandestino dopo l'8 settembre 1943, quando gli stabilimenti vennero occupati e
controllati dalle truppe tedesche, con la proibizione di eseguire altre
lavorazioni che non fossero quelle militari. Allentata la tensione politica,
riprende lo sviluppo del propulsore presso lo stabilimento di Verghera dove
viene realizzata la prima motocicletta.
Il 12 febbraio 1945, a Cascina
Costa di Samarate venne ufficialmente fondata la Società anonima Meccanica
Verghera, quale sezione aziendale del gruppo Agusta, ovvero la MV Augusta. Lo
stesso anno vide la luce la prima motocicletta MV Augusta, MV98 Turismo. Negli anni sessanta l'automobile
fece definitivamente scemare l'interesse verso le moto quale mezzo di trasporto
di massa, MV Agusta cercò di caratterizzarsi allora sempre più in maniera
sportiva. Nacque la prima maximoto di serie con motore a quattro cilindri,
derivato da quella da Gran Premio di 500 cm³, la 600 quattro cilindri. Il
modello venne continuamente rinnovato spostandone i limiti sempre più verso
l'alto, fino a culminare nella 750 S America che raggiungeva la ragguardevole
velocità di 220 km/h. Gli anni sessanta furono ricchi
di vittorie iniziate grazie a Mike Hailwood, vincitore dal 1962 al 1965 e
successivamente Giacomo Agostini, che porterà alla Casa di Cascina Costa un
numero incredibile ed imbattuto di Titoli Mondiali. Agostini vinse
ininterrottamente dal 1966 al 1973 il Campionato del Mondo con la 350 a tre e
quattro cilindri e con la 500 a 3 cilindri.
Il 2 febbraio 1971 morì il Conte
Domenico Agusta e la direzione del gruppo venne assunta dal fratello Corrado.
Con l'espansione aziendale nella attività elicotteristica, l'evidente incremento
già negli anni '60 e l'ulteriore carico di lavoro per il programma elicottero
A109, la Direzione decide di cercare un partner che garantisse il necessario
apporto manageriale. Nel 1973 viene firmato un accordo di collaborazione fra
l'Agusta e l'EFIM (Ente Finanziamento Industria Manifatturiera) ma il prezzo da
pagare fu il disimpegno di Agusta dal settore motociclistico, abbandonato
lentamente. Il 29 agosto la MV 500 4 cilindri con il campione di Lovere vinceva
la sua ultima gara nel Campionato Mondiale sul circuito nel Nurburgring. L'epilogo della Casa di Cascina
Costa avviene nel 1977 quando al salone di Milano lo stand MV rimase vuoto. Era
prevista la presentazione della pluricilindrica stradale 750 4 cilindri a 16
valvole. La gloriosa casa motociclistica, conosciuta nel mondo per le sue
imprese sportive, chiuse i battenti dopo aver prodotto quasi 260.000 esemplari
fra ciclomotori, motocicli, scooter e motocarri.
Nessuno sentì più parlare di MV
Agusta fino al 1991, allorquando il gruppo Cagiva Motor dei fratelli
Castiglioni, rivelò di aver acquisito il marchio creando la MV Agusta Motor
s.p.a con sede a Varese località Schiranna. Cagiva aveva curiosamente nella sua
storia una caratteristica in comune con MV Agusta, in quanto nacque dalle
ceneri di un'altra industria aeronautica, la AMF Aermacchi ed era al tempo in
piena espansione avendo già salvato un'agonizzante Ducati ed avendo portato a
Schiranna, sede della Società, un altro glorioso marchio specializzato nel
fuoristrada, la svedese Husqvarna. Cagiva era anche proprietaria del marchio
Moto Morini. Partì quindi il progetto di rilancio capitanato da Massimo
Tamburini che già aveva creato moto quali le prime Bimota e la Ducati 916 .
Tamburini volle rispettare le
peculiarità di MV Agusta e decise di utilizzare un motore a 4 cilindri
frontemarcia progettato e costruito integralmente in Italia; tale propulsore
nacque con le valvole radiali, il cambio estraibile, la distribuzione non
laterale ma centrale con comando a catena. Questo quattro cilindri da 750 cm³,
successivamente portato a 910 e 1000 cm³, venne posizionato sui supporti di un
telaio snello a traliccio, vestito con linee molto apprezzate. Nacque così nel
1997 la F4, rossa ed argento.
Per produrre la F4, lo
stabilimento di Schiranna venne convertito alla produzione dei soli motori,
mentre l'assemblaggio si svolgeva nel nuovo stabilimento di Cassinetta di
Biandronno. Ai primi modelli di F4 Tamburini fece seguire una naked, la
Brutale. Ma la storia MV Agusta ancora una volta ebbe un brusco rallentamento,
il gruppo Cagiva piombò in una crisi finanziaria molto grave con nefaste
conseguenze sulla continuità della produzione. I fratelli Castiglioni tentarono
un accordo con il gruppo Piaggio che però non si chiuse. Solo nel corso del
2004, grazie all'accordo con la malese Proton, la situazione si è
definitivamente sbloccata e tutto il gruppo, denominato non più Cagiva ma
Gruppo MV Agusta, che comprendeva MV Agusta, Cagiva, Husqvarna ha potuto
riprendere l'attività.
Il 27 dicembre 2005, a distanza
di un anno dall'acquisizione, la Proton ha ceduto il suo pacchetto azionario,
pari al 57,57% del Gruppo MV Agusta, ad un gruppo finanziario Italiano (GEVI
S.p.A) al prezzo simbolico di 1 euro, dovuto all'acquisizione da parte di
quest'ultimo di tutti i debiti, con un impegno al mantenimento dell'azienda.
Della fine del 2007 la notizia dello scorporo delle attività e conseguente
vendita della Husqvarna alla tedesca BMW Motorrad.
Il 31 ottobre 2014 la AMG
Mercedes acquisisce il 25% del pacchetto azionario della casa italiana per una
cifra vicina ai 30 milioni di euro, il che valuta l'intera società intorno ai
120 milioni, pochi giorni dopo, il 18 novembre, a seguito dell'esondazione del
lago di Varese, sulla cui rive sorge la sede produttiva, la MV ha subito un grave
allagamento che però non ha compromesso le capacità aziendali ed a dicembre la
casa ha ottenuto dalla Banca Popolare di Milano un incremento di capitale di 15
milioni di euro per allargare il suo raggio d'azione ai mercati esteri, in
particolare Stati Uniti, Brasile e del sud est asiatico.
L’ultimo modello che contribuisce
al rilancio della MV Augusta, è la Dragster 800 RR. Il nuovo modello è una moto
da rapper. Cucita su misura coma un abito, calza a pennello sul Rapper per
eccellenza, il popolare J-AX. La Dragster 800 RR è il giusto compromesso tra
raffinato design e soluzioni meccaniche d’avanguardia. Realizzata sviluppando
il telaio della Brutale 800 e migliorando le prestazioni del già performante
motore a tre cilindri, si profila essere un successo annunciato. Sarà uno dei successi musicali
dellʼestate 2016, anche la canzone “Vorrei ma non posto” di J-Ax. Le parole
della canzone non si addicono però al rapper milanese, il quale si è scelto e
personalizzato una splendida MV Agusta Dragster 800 RR, ritirata pochi giorni
fa. Il colpo di fulmine tra il cantante e la moto è scoccato durante una visita
allo stabilimento varesino di MV Agusta, a Schiranna, e qui J-Ax ha scoperto
l’unicità e l’esplosività della Dragster 800 RR.
MV Augusta Dragster 800 RR di J-Ax |
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